Niente social prima dei 16 anni. Alimentano il bullismo, isolano, sono deleteri sulla mente dei giovani. Il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara (ri)lancia la proposta dopo gli ultimi casi, gravissimi, nelle scuole: quello di Senigallia, dove Leo si è ucciso a 15 anni preso di mira dai bulli, e quello di Santa Maria delle Mole, Roma, dove una ragazzina di 12 anni alla scuola media Vivaldi ha accoltellato un compagno di classe. Molti compagni sapevano del suo coltello nello zaino. Ma tolleravano, come se avessero normalizzato la violenza. “Spesso nelle chat circolano foto di coltelli insanguinati” raccontano. Come fosse ordinaria comunicazione.
Il piano del ministero
I social non sono i diretti colpevoli di tutto ciò. O forse sì? Di sicuro hanno una loro parte nel fomentare odio, rancore, esclusione. “Credo sia arrivato il momento di regolamentare l’accesso ai social attraverso un’identificazione chiara con l’obbligo di fornire la carta d’identità, oltre al divieto sotto i 16 anni. E’ il momento di rifletterci, vediamo se ci sarà consenso. Io lancio la proposta – spiega il ministro - Nella diffusione del bullismo un ruolo certamente negativo lo hanno i social che nell’anonimato scatenano le pulsioni più vigliacche e ignobili delle persone”.
Lo stop francese
L’idea è quella di seguire il modello francese: niente........