Serve la cura del territorio non i proclami
Mentre ancora si cercano i dispersi nei parcheggi sotterranei allagati di Valencia, mentre ogni ora si aggiorna il doloroso conteggio delle vittime, mentre infuria la polemica per l'inadeguatezza dell'allarme e dei soccorsi, ovvero sulla organizzazione della Protezione Civile spagnola, si assiste ad un dibattito su quanto accaduto che appare per certi versi surreale, per approccio ideologico e soluzioni proposte. La terribile alluvione che ha devastato una delle più importanti città del Mediterraneo viene interpretata dai sacerdoti dell'ambiente come un presagio millenaristico a cui appare impossibile rispondere con misure tempestive, efficaci, localizzate, concrete. Se vogliamo salvarci dal nuovo «diluvio universale» l'umanità deve dapprima pentirsi per quanto realizzato negli ultimi due secoli di crescita economica, condannare la rapacità di quel mercato globalizzato che ha accresciuto benessere e aspettative di vita a miliardi di persone nel mondo, cambiare radicalmente il nostro modello di sviluppo e scontare i nostri peccati accettando una «decrescita», indispensabile moralmente ancor prima che ambientalmente. Insomma, ormai ogni fenomeno ambientale estremo non viene più affrontato analizzando la situazione locale, ma interpretato come presagio della nuova........
© Il Giornale
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