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Dossieraggi, il Parlamento deve indagare

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18.11.2024

Poco tempo fa, su queste stesse pagine, avevo sollecitato l'esigenza di approfondire, da parte del Parlamento, i contorni dello scandalo sul dossieraggio che vede coinvolto Pasquale Striano, finanziare, e Antonio Laudati, magistrato, entrambi in servizio, all'epoca dei fatti, all'Antimafia.

Le nuove carte che arrivano da Perugia, Procura che indaga penalmente su questa vicenda, non fanno che aumentare tale esigenza di chiarezza. La testimonianza resa da Giovanni Russo, già procuratore aggiunto della stessa Antimafia, ha rivelato infatti che, a cavallo degli anni 2019/2020, lui stesso avrebbe segnalato ai vertici della istituzione giudiziaria alcune anomalie relative al lavoro dell'ufficiale delle fiamme gialle. Tale allarme sarebbe caduto nel vuoto. La novità non è cosa da poco, perché sulla poltrona di capo dell'Antimafia sedeva allora Federico Cafiero De Raho, oggi parlamentare Cinque Stelle, il partito che, oggettivamente, ha maggiormente beneficiato, negli stessi anni, di quella offensiva populista tesa a delegittimare una intera classe politica, grazie anche, non solo, a campagne stampa fondate sulle indagini improprie condotte in varie banche dati da Striano, Laudati e magari non solo da loro.

Paradosso dei paradossi, oggi lo stesso De Raho è vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia che si sta occupando di queste vicende. Alla faccia del conflitto di interessi, caro ai grillini, sempre che oggi possano chiamarsi ancora così!

Ora, se è evidente che a fare chiarezza dal punto di vista penale non può che essere la Procura competente, cioè quella umbra, la ricostruzione dei contorni, degli scopi, delle relazioni politiche, dei legami oscuri che hanno ruotato intorno a questi fatti spetta a mio avviso al Parlamento, attraverso una apposita commissione di inchiesta come accadde........

© Il Giornale


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