Molti intellettuali di sinistra stanno cercando di fondare una teoria della futura distruzione dello Stato d'Israele, ma hanno due problemi: passeranno alla storia per la loro viltà e il loro errore. Israele ha ragione perché è dalla parte della democrazia e della libertà contro la dittatura e il terrorismo islamico, e vincerà, perché non può fare altrimenti, e questo lo difende e lo sorregge moralmente, come sempre nella storia. Gli intellettuali che profetizzano la morte d'Israele non ricordano cos'è successo il 7 ottobre né le promesse di genocidio; immaginano che la guerra di Israele sia di «vendetta». Ma non è vero: Israele odia la guerra ed è costretto a una guerra di sopravvivenza, contro un grande schieramento totalitario guidato dall'Iran in Medioriente e dalla Russia nel mondo. Sia Hamas sia Hezbollah avevano preparato un'aggressione per l'espulsione di Israele dall'area. Da questo deriva la lunga, difficile guerra in corso su sette fronti, e questo non piace a nessuno. Alla democrazia non piace la guerra, ma quando decide di combatterla, come dice Alexis De Tocqueville, lo sa fare. Ma gli intellettuali si spaventano: è una parola vietata, speriamo dunque in un cessate il fuoco!
Così dice Lucio Caracciolo nell'ultima risposta in........