Alla scoperta del ramo di Lecco del lago di Como
di Matilde Depoli
Malgrate è Il primo borgo medievale che s’incontra risalendo lungo la sponda occidentale del ramo lecchese del Lario. Il lungolago, sapientemente restaurato, regala un panorama sul capoluogo e sui Monti San Martino e Resegone. Da ogni punto di vista riecheggia, sospeso tra nuvole e onde, il saluto immortale della Promessa Lucia di manzoniana memoria in fuga da Pescarenico e dal famigerato Don Rodrigo.
Come allora, anche oggi la stessa cifra non replicabile che distingue tanta raccolta, celebre, affascinante Bellezza, che il Mondo osanna, risiede in un connubio perfetto.
Quello delle scoscese montagne che sembrano sorgere dalle acque, così ritrose da essere note solo agli abitanti che sono cresciuti tra loro, degli scuri abissi che si incuneano nelle rocce calcaree, formando profondi fiordi e calette punteggiate da paesini e campanili. Quello della vegetazione fittissima, che si trasforma man mano che degrada dalle cime alle rive del lago. Boschi di querce, faggi e castagni orlano i pascoli, dalle Grigne, che raggiungono la quota di 2.407 metri al Monte Serada, meglio noto come Resegone per la sua forma frastagliata come una sega (1.875 metri), irresistibili calamite per escursionisti ed hikers appassionati di alta quota.
Alle spalle di Malgrate, proteso sul piccolo borgo si erge il Monte Barro, affioramento calcareo dolomitico di 922 metri che, accanto ai boschi, distende al sole del lato sud prati coloratissimi in primavera, grazie alla fioritura delle orchidee.
Abbassando lo sguardo, ci si imbatte in uliveti e vigneti coltivati su ristretti terrazzamenti declivi con pazienza, forza delle mani e infinita cura per l’ambiente del territorio. Nella zona di Montevecchia, che gode di una posizione particolarmente mite, resistono piccole produzioni di vini raccolte nel marchio Terre lariane IGT. L’olivicoltore Fabio Festorazzi a Perledo è stato tra i primi negli anni ’70 a recuperare una manciata di ettari di territorio in abbandono e un frantoio del Seicento. A valle, incastonati tra le pareti a strapiombo che limitano la striscia della Provinciale e la battigia, giardini di azalee, rododendri e specie esotiche abbelliscono le scenografiche ville aristocratiche e i curatissimi borghi, tra cui Bellagio, la meta più famosa delle visite turistiche.
Hotel Promessi Sposi
In questo delicato equilibrio tra natura e architettura urbana si inserisce con garbo l’Hotel Promessi Sposi. Il legame indissolubile con l’ambiente circostante è cercato ed espresso dalla coppia, sia nella vita che nel progetto imprenditoriale, del General Manager Fabio Dadati e Sabrina Frigerio, Direttrice artistica dell’Hotel.
Dadati, imprenditore e figura politica dalla lunga........
© Il Giornale
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