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La beffa di Buccari e gli italiani che s'inventarono le incursioni navali

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16.11.2024

"Siamo trenta d’una sorte, e trentuno con la morte”, cantava il Vate degli italiani dopo la Beffa di Buccari. Forse una delle più temerarie azioni della Grande Guerra, che vide famosi “tre gusci”, ovvero tre i motosiluranti Mas, protagonisti dell’incursione navale furtiva che infiammò la baia dalmata e nemica. Una manovra di guerra che rese la Regia Marina pioniera nella storia, e che venne condotta dai Mas 94, 95 e 96, piccoli motoscafi in legno del tipo Orlando, armati di siluri, mitragliatrici e cannoncino. L'obiettivo? La Flotta austro-ungarica riparata nella baia chiusa tra il vallone del Quarnero e all'isola di Veglia che nonostante la sua "prudenza" minacciava di cannoneggiare Venezia.

Guerra moderna all'Impero d'Austria-ungheria

Lo scoppio del Primo conflitto mondiale portò l'Italia a far parte dell’Intesa che si era precedenemente coalizzata contro l'Alleanza degli imperi di Austria-Ungheria e Germania, di cui il Regno d'Italia faceva parte, coinvolgendola in una guerra che si consumò lentamente e sanguinosamente su un lungo fronte montano che andava dalle alture al confine con la Svizzera, alle rive settentrionali del golfo di Venezia, sino al Mar Adriatico: dove la Flotta della Regia Marina e quella austro-ungarica, la K.u.k. Kriegsmarine, si confrontarono per lo più in azioni mosse dal cosiddetto “naviglio sottile”. Lasciando........

© Il Giornale


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