L'asse del male finito il 7 ottobre. E all'orizzonte l'obiettivo è Teheran
Il mondo è cambiato con la caduta di Assad, non solo il Medioriente. La ragione sta in un subitaneo crollo delle tessere del domino dell’asse del Male l’una sull’altra, in un movimento continuo che arriva a toccare Mosca, chiede risposte dall’Occidente, dal lontano Oriente, dall’Africa. I malvagi uno a uno perdono, e allora forse non è tempo di cambiare strategia, di puntare alto, un po’ per tutti? I leader degli assassini, i terroristi di Hamas (come Sinwar) e di Hezbollah, (come Nasrallah) sono stati uccisi. Assad, il dittatore che ha ucciso col gas mezzo milione dei suoi cittadini, è fuggito. Quale che sia il futuro, oggi il «cerchio di fuoco» che pareva guidare la danza è all’angolo; i grandi capi sono stupefatti e dolenti, in particolare gli ayatollah e Putin. Vero, un dittatore, il turco Erdogan, vive un momento di felici aspettative perché i sunniti, che in Siria sono il 70 per cento, guidati da Hayat Tahrir al Sham e dal suo amico al Jolani, creano spazio per i suoi disegni espansionisti. Ma in Siria i curdi che occupano il 40 per cento del territorio non intendono accettare che il loro peggiore nemico dilaghi, e forse al Jolani, che si esprime in maniera cauta, vuole rafforzare il suo potere.
La grande giungla non è diventata un boschetto. Ma questo fa parte della storia........
© Il Giornale
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