Sciogliere la Nato, trattare Macron da guerrafondaio e non Putin. Le ambiguità sono rischiose quando si tratta di una guerra e anche Meloni ha scelto di pronunciare poche parole
Sulla guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina e contro le democrazie occidentali il livello del dibattito pubblico italiano è non da oggi imbarazzante per la sciatteria dei ragionamenti, per la ricorrente abitudine a parlare di cose che non si conoscono e a commentare con veemenza dichiarazioni che neppure ci si è presi la briga di leggere, complice magari la solita fatica a maneggiare (e comprendere) l’inglese. Già, perché Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, si era limitato a osservare che nella zona di Kharkiv la linea del fronte corrisponde sostanzialmente con il confine di stato, dopo che i russi sono stati buttati fuori dalla regione nei primi mesi dell’invasione. L’impossibilità per i soldati ucraini di “colpire legittimi obiettivi militari russi oltre il confine” preclude loro qualunque possibilità di difendersi efficacemente.
Stoltenberg aveva quindi invitato i paesi membri dell’Alleanza a riconsiderare le limitazioni nell’uso delle armi fornite all’Ucraina, considerando che, in quella regione, i russi sono in grado di colpire direttamente dal loro territorio, nel quale stanno ammassando consistenti riserve di uomini e mezzi per l’attesa offensiva estiva.
Le considerazioni di Stoltenberg sono poi state riprese dall’Alto........