L'album d’esordio del pianista e produttore partenopeo è un lavoro-concept sulla sua città. La trama musicale richiama uno dei momenti più fecondi per la città sul golfo, ovvero quel jazz-funk anni Settanta incarnato da James Senese e gli altri
Tra i tanti fermenti in arrivo da una scena napoletana che via via ritrova energia e riprende dinamica, vale la pena di dare un ascolto a Bassolino, progetto musicale del pianista e produttore partenopeo Dario Bassolino (nessuna parentela con l’ex sindaco, ma la dichiarata consapevolezza che utilizzare quel cognome provochi inevitabili associazioni, rimembranze e flash), che prende la forma di un notevole album d’esordio, “Città Futura”, lavoro-concept sulla sua città. In un certo senso era prevedibile che, correndo in parallelo ai successi nazionali di Geolier e Liberato e alle originali nuove proposte di Nu Genea e Thru Collected, prima o poi prendesse forza la riscoperta e il revival di uno dei momenti musicali più fecondi della città sul golfo, ovvero quel jazz-funk anni Settanta che andò sotto il nome di Neapolitan........