La cantante israeliana è costretta a camminare sulla linea sottile fra arte e realtà. È considerata "artista della protesta", ma non è una supporter di Netanyahu: "Mi hanno consigliato di non parlare di ciò che sta accadendo in Israele"
Complicato vivere la vita da artisti, nell’Israele di oggi. E il problema principale per Noga Erez, stella nascente del pop di Tel Aviv, è capire come gestire la cosa: “Non è come dieci anni fa: Miri Regev, quando è stata ministra della Cultura, ha cominciato a fare seri passi verso una censura della cultura, negando fondi a chiunque assumesse posizioni contrarie, o parlasse in modo negativo delle politiche governative”. Di lì in poi, le cose hanno marciato in quella direzione. Il tutto, spiega Noga, 34 anni, finisce per investire la sfera privata: “Gestisco il senso di colpa su base giornaliera”, racconta. “Ho scritto una canzone che si chiama ‘Dance While You Shoot’, balla mentre spari: ma si può parlare di ballare, di godersela, di vivere una vita privilegiata, quando sei a conoscenza delle cose estreme che accadono a trenta minuti da te?”. Interrogativi interessanti, che arrivano da una donna che ha servito nell’Idf – reparto musicale – e che all’inizio della carriera è stata circondata da attenzioni molto mainstream: era il 2016 quando il ministero degli Esteri israeliano........