Sfide e prospettive per un'economia competitiva. Così il tabù delle liberalizzazioni tiene in ostaggio i consumatori italiani. È ora di farsi sentire
La concorrenza è lo spirito vitale di un’economia libera. Ma non è uno stato di natura, è una costruzione artificiale che va mantenuta in piedi istante per istante dal potere pubblico, per il benessere collettivo. Questa verità elementare è stata negletta in Italia per molto tempo: una legge e un’Autorità anti monopolistiche furono introdotte nel nostro paese soltanto nel 1990, con grave ritardo rispetto agli altri paesi avanzati. Perché da noi l’ordinamento giuridico, la cultura (prevalentemente) umanistica, i costumi sociali, gran parte delle forze politiche, tutto ha congiurato per alimentare una sorda diffidenza verso le istituzioni dell’economia di mercato. L’avversione è stata generale, è andata ben oltre la noncuranza verso la concorrenza. Un’economia di mercato, anche quando inclina pericolosamente verso i monopoli, è fondamentalmente privata, mentre in Italia le preferenze politiche e sociali sono a lungo andate sia verso una forte presenza dello stato nei soggetti produttori (imprese pubbliche), sia verso politiche........© Il Foglio