Il Congresso non va in vacanza e la prossima settimana vota sugli aiuti all'Ucraina. I repubblicani sono tutt'altro che persuasi, ma l'apertura ai negoziati decisa dal Consiglio europeo toglie molti alibi. Le ragioni di testa per sostenere Kyiv sono forti, poi c'è il cuore, ad avercelo

Il segnale europeo è arrivato nitido anche a Washington e il leader del Partito democratico al Senato, Chuck Schumer, ha detto che il Congresso resta aperto anche la prossima settimana – avrebbe dovuto chiudere ieri per la pausa festiva – per votare il pacchetto da 106 miliardi che include anche i 61 miliardi del sostegno all’Ucraina. Al momento i repubblicani, che hanno subordinato gli aiuti indispensabili a Kyiv alla concessione da parte della Casa Bianca di restrizioni sull’immigrazione, non si possono certo definire persuasi, ma il fatto che l’Europa non abbia creato un alibi ulteriore ha dato un nuovo slancio al negoziato.

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Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi

Il segnale pro Kyiv dell'Ue arriva nitido anche a Washington, per chi vuole ascoltarlo

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