La Russia ha lasciato un fortino in Transnistria, lo usa contro Kyiv e contro Chisinau, ma quanto è propaganda e quanto una minaccia armata?

Sono trent’anni che la Transnistria si agita, trent’anni che dice di non volerne sapere di essere Moldavia, che sostiene di avere un legame privilegiato con Mosca, anzi di sentirsene parte, quasi di essere la sua storia in purezza, immutata, incontaminata. La Transnistria è internazionalmente riconosciuta come parte della Moldavia ed è diventata il centro delle attività di destabilizzazione del Cremlino rivolte sia contro l’Ucraina, che è confinante, sia contro la Moldavia, sia contro l’occidente. La Transnistria è immobile, al suo interno l’Unione sovietica sembra non essere mai caduta, carri armati e busti di Lenin si alternano a bandiere a strisce rosse e verdi con impressi in un angolo la falce e il martello. La regione dice di avere le sue istituzioni, che però si riuniscono di rado, e reclama come sua capitale Tiraspol, che di questo mondo è il centro, la città più importante, un suo stadio, lo Sheriff, una sua squadra di calcio, la Sheriff Tiraspol che per tutto il mondo è un club moldavo, per Tiraspol è transnistriano.

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Il futuro europeo della Moldavia alle prese con Mosca

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La Russia ha lasciato un fortino in Transnistria, lo usa contro Kyiv e contro Chisinau, ma quanto è propaganda e quanto una minaccia armata?

Sono trent’anni che la Transnistria si agita, trent’anni che dice di non volerne sapere di essere Moldavia, che sostiene di avere un legame privilegiato con Mosca, anzi di sentirsene........

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