Da una parte l'ex premier è un federalista globalista postmoderno, dall’altra ha un’anima kissingeriana: vuole un’Europa più forte e credibile nella difesa comune perché sa che Putin può permettersi quel che vuole finché non ci sarà una vera deterrenza europea

Le analisi sul governo di Giorgia Meloni convergono nel concludere che sulle politiche di bilancio la premier ha mostrato molta più prudenza degli sconquassi promessi quando stava all’opposizione, e che su Ucraina-Russia ha ferreamente ripudiato in senso euro-atlantico le simpatie verso Putin che accomunano le destre estreme europee. Sul primo punto, la devastante e perdurante eredità del Superbonus edilizio metterà a dura prova la sua capacità reale di ridurre il debito pubblico. Ma sulla politica internazionale le cose si son fatte ancor più complicate.

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Volete Draghi? Allora zero compromessi con gli Orbán e i Khamenei

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