Gli assalti yemeniti alle navi occidentali le catene di approvvigionamento della filiera della moda, più esposta di altri settori manifatturieri. Ma l'impatto della crisi di Suez non è uguale per tutti. Un'analisi di Oriana Cardani, responsabile del settore moda e lusso di Intesa Sanpaolo
Chissà che cosa direbbe oggi Luigi Negrelli, il progettista del Canale di Suez (anche se, per la sua prematura scomparsa, buona parte del merito andò al francese Ferdinand Lesseps) vedendo le navi mercantili di mezzo mondo riprendere la rotta dei tempi più antichi per raggiungere l’Asia, circumnavigando l’Africa e passando per il Capo di Buona Speranza: tremila miglia nautiche e quindici giorni di navigazione in più. Un salto indietro di oltre centocinquant’anni (il Canale venne inaugurato nel 1867).
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Gli assalti yemeniti alle navi occidentali le catene di approvvigionamento della filiera della moda, più esposta di altri settori manifatturieri. Ma l'impatto della crisi di Suez non è uguale per tutti. Un'analisi di Oriana Cardani,........