Alcune case di produzione come National Amusement, Paramount Global, Comcast e Lionsgate hanno subito fughe di dati, con conseguenti rischi per la privacy dei clienti. Nonostante ciò, l'industria del cinema ha fatto poco per proteggersi

Una decina di anni fa la Sony Pictures subì un pesante attacco hacker. Gli intrusi si definivano “Guardiani della pace”. Rubarono dati su dirigenti e impiegati, mail scambiate tra gli uffici, informazioni sugli stipendi, copie di film in lavorazione, progetti futuri, sceneggiature. I Guardiani della pace chiedevano inoltre che “Interview”, il film “coreano” con James Franco diretto da Seth Rogen, fosse ritirato dalle sale. Secondo il dittatore Kim Jong-un era parte di un piano americano per assassinarlo. Lasciando la geopolitica, vennero fuori un po’ di pettegolezzi: per esempio, sulla scarsa bravura da regista di Angelina Jolie (ora ha aperto il suo negozio di vestiti in Great Jones Street a New York: negli anni ’70 ci abitava Andy Warhol, e passavano in visita Basquiat e Madonna).

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Hollywood ha un problema coi cyberattacchi: meglio investire in sicurezza

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Una decina di anni fa la Sony Pictures subì un pesante attacco........

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