Momenti di panico, attimi di black out, istanti di cortocircuiti, sprazzi di follia sfogati facendo a pezzi – una sorta di autolesionismo – il prolungamento del proprio braccio. Come una profanazione in un tempio. “Smashing Rackets”, in libreria

Il più violento? Il russo Mikhail Youzhny. Dopo un errore che giudicò imperdonabile, cominciò a picchiarsi l’incordatura della racchetta sulla testa, si procurò una ferita sanguinolenta e costrinse il giudice a interrompere il match. Il più atletico? L’australiano Nick Kyrgios. Perduto l’incontro, andò a rete, strinse la mano all’avversario, poi prese la racchetta e la lanciò addirittura fuori dallo stadio. Per fortuna la racchetta non colpì nessuno. Il più riconoscente? Lorenzo Musetti. Ha spaccato solo una racchetta, ai campionati italiani Under 14, ma è stata una liberazione, perché poi ha vinto il match. Il più convinto? Lo statunitense Andy Roddick. In svantaggio contro il molto meno quotato Flavio Cipolla, sfasciò la racchetta contro il terreno, poi domandò se questo gli fosse costato un’ammonizione, e al “non ancora” dell’arbitro riprese la racchetta e completò l’opera di distruzione. Il più distruttore? Il russo Marat Safin. “Un giorno ho ricevuto a casa uno snowboard della Head con sopra scritto: 1.055. Le hanno contate tutte!”.

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Il tennis è anche una storia di racchette spezzate (eccetto Nadal)

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Momenti di panico, attimi di black out, istanti di cortocircuiti, sprazzi di follia sfogati facendo a pezzi – una sorta di autolesionismo – il prolungamento del proprio braccio. Come una profanazione in un tempio. “Smashing Rackets”, in libreria

Il più violento? Il russo Mikhail Youzhny. Dopo un errore che giudicò imperdonabile, cominciò a picchiarsi........

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