“L’atomica iraniana è una minaccia esistenziale per lo stato ebraico e anche per l'occidente”, ci dice lo storico israeliano. La doppia sfida per la sopravvivenza: "Non agire sarebbe la fine dell’idea di paese-rifugio per gli ebrei"

L’attacco iraniano contro Israele ha coinvolto non solo Teheran, ma anche due suoi proxies. Gli ayatollah hanno usato Hezbollah e Houthi yemeniti per effettuare simultaneamente gli attacchi. Ma nella regione ci sono stati tre giorni di relativa calma. Israele sta portando avanti operazioni limitate a Gaza, un fronte rimasto tranquillo da quando Gerusalemme ha ritirato la maggior parte dei suoi uomini, lasciando solo una divisione. Sul fronte nord, Hezbollah ha ridotto il fuoco dopo aver lanciato 150 razzi tra il 13 e il 14 aprile. La quiete prima della tempesta? Resta da capire se Israele attaccherà prima o dopo la Pasqua ebraica, fra una settimana.

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Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

I due fronti del futuro d’Israele: “Rafah e l'atomica dell’Iran”. Parla Benny Morris

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“L’atomica iraniana è una minaccia esistenziale per lo stato ebraico e anche per l'occidente”, ci dice lo storico israeliano. La doppia sfida per la sopravvivenza: "Non agire sarebbe la fine dell’idea di paese-rifugio per gli ebrei"

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