Per l'architetto Edo Bricchetti “l’architettura deve essere al servizio dell’umanità, non lasciare sul terreno il segno di una forma, magari verticale. Alla città che sale preferisco la città orizzontale”. Prospettive dal passato
Nella “week più week di tutte”, quella in cui il primo cittadino, non senza polemiche, ha invitato i milanesi a non prendere la macchina e dove la media di un tre stelle supera i 400 euro a notte, conviene fermarsi per capire come siamo arrivati a tutto questo. E se un altro futuro è possibile. Ché ormai lo si è capito: la city a 15 minuti a piedi non funziona, perché in alcuni quartieri quel quarto d’ora è insufficiente a compiere il viaggio spazio-temporale utile ad accedere a servizi essenziali, perché non è quella la strada giusta per riacciuffare (o infondere) l’anima a una zona. “L’architettura deve essere al servizio dell’umanità, non lasciare sul terreno il segno di una forma, magari verticale. Alla città che sale preferisco la città orizzontale”, dice al Foglio Edo Bricchetti, archeologo industriale, architetto, sociologo del turismo. Uno che non molla l’osso dell’analisi dei fatti e, con doviziosa ricerca storica, scava nel passato per capire il presente: per Edizioni Meravigli........