Nella campagna di influenza condotta dalla Russia e scoperta dalla Repubblica ceca ci sono tutti gli ingredienti della guerra ibrida: disinformazione, cattura delle élite, manipolazione. Le reazioni caute di Bruxelles

Bruxelles. Un sito internet mascherato da media fuori dal coro. Una manciata di europarlamentari e politici nazionali che promuovono le narrazioni russe sulla guerra in Ucraina e sui mali che affliggono l’Unione europea (migrazione, insicurezza, Green deal). Un giro di contanti e criptovalute destinati a ricompensare i servizi resi e finanziare la campagna elettorale per le elezioni europee del 9 giugno. Il tutto orchestrato dall’uomo che Vladimir Putin avrebbe voluto mettere al posto di Volodymyr Zelensky se la sua “operazione militare speciale” avesse avuto successo. Sono questi i contorni della campagna di influenza condotta dalla Russia e scoperta dalla Repubblica ceca mercoledì, che coinvolge diversi paesi europei. Ci sono tutti gli ingredienti della guerra ibrida: disinformazione, cattura delle élite, manipolazione.

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Altro che Qatar, è il Russiagate la minaccia per il Parlamento europeo

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