Così la Corte costituzionale boccia la tassa sugli extraprofitti

L'alta corte boccia in teoria l’imposta sugli extraprofitti energetici, la salva in pratica e ne censura solo l’aspetto più grottesco, cioè l’inclusione delle accise nella base imponibile. Tutte le altre eccezioni sollevate dai ricorrenti sono state respinte. Ecco cos'è successo

Una carezza in un pugno: la Corte costituzionale boccia in teoria l’imposta sugli extraprofitti energetici, la salva in pratica e ne censura solo l’aspetto più grottesco, cioè l’inclusione delle accise nella base imponibile. Tutte le altre eccezioni sollevate dai ricorrenti sono state respinte.

L’imposta, risalente al marzo 2022, applica alle società energetica un’aliquota straordinaria del 25 per cento sulla differenza tra i saldi Iva nel periodo 1 ottobre 2021-30 aprile 2022 e quelli nello stesso periodo 12 mesi prima. Le aziende colpite hanno da subito lamentato che la norma individuava una base imponibile del tutto arbitraria. Infatti, i saldi Iva non sono un indice dei profitti, ma dei ricavi, come riconobbe lo stesso sottosegretario Roberto Garofoli in un’intervista a Repubblica: “In un momento di eccezionalità si chiede un contributo a quegli operatori che hanno registrato ricavi eccezionali per cause........

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