Giorgio Spangher, emerito di procedura penale alla Sapienza: «Dagli scandali dell’Hotel Champagne alla percezione di parzialità delle toghe, la riforma potrebbe sanare i limiti di credibilità e affidabilità della magistratura»

Giorgio Spangher, presidente del “Comitato Pannella-Sciascia-Tortora per il sì alla separazione delle carriere” sembra che i contenuti della riforma siano scomparsi dalla campagna referendaria. Che ne pensa?

I temi sono stati in qualche modo abbondantemente sondati. Oggi però mi pare che qualcuno punti piuttosto a fare la prova del sangue ai vari componenti dei comitati. Credo che tutti sono legittimati a fare delle scelte anche se queste possono essere in qualche modo in contraddizione con quanto sostenuto precedentemente.

Lei è stato membro laico del Csm. Il Csm soffriva delle degenerazioni correntizie?

Quando si entra in un organismo bisogna accettare le regole del gioco. Non ci si può lamentare se il Csm è governato da alcune dinamiche: correntizie per i magistrati e del condizionamento politico da parte dei laici. La logica correntizia era e credo sia ancora evidenziata dalla presenza dei magistrati segretari. Erano tutti nominati dalle correnti secondo la logica del manuale Cencelli. Con l’avvocato Buccico abbiamo cercato di proporre che anche i laici potessero assumere determinati magistrati da assegnare a funzione di magistrato segretario ma l’operazione non è riuscita. Evidentemente i magistrati hanno ritenuto che anche quell’aspetto interno delle dinamiche consiliari - e posso capirlo nella logica di corrente - di controllare, far crescere persone, sviluppare delle carriere professionali dovesse rimanere nelle loro mani. Le persone sono di qualità, però la logica che ispira la loro........

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