I paletti della Cassazione: il sequestro digitale non può trasformarsi in una pesca a strascico |
C’è un filo rosso che, negli ultimi anni, attraversa molte decisioni della Cassazione in materia di indagini tecnologiche: la crescente consapevolezza che sequestrare uno smartphone o un computer non equivale a mettere le mani su un semplice oggetto, ma su un frammento di vita privata. La sentenza n. 38331 della Sesta sezione ribadisce questo punto con particolare chiarezza, richiamando il principio di proporzionalità come cardine della legittimità di ogni ingerenza nei diritti fondamentali.
In un’epoca in cui le investigazioni digitali sono sempre più estese e automatiche, la Corte fissa un limite: l’attività di ricerca della prova non può oltrepassare ciò che è davvero necessario. È un richiamo che........