Nelle motivazioni della sentenza, il giudice esclude che avvocata, consulente e psicologhe abbiano tentato di condizionare il processo. «Non c’è alcun elemento concreto»

«A dispetto della profondità dell'investigazione» non è emerso «alcun elemento concreto» che lasci presupporre «l’esistenza di una vera e propria cospirazione criminale» finalizzata a «condizionare a tutti i costi il processo penale» di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlioletta di un anno e mezzo, lasciata sola in casa per sei giorni fino alla morte. Sono parole nette e inequivocabili quelle messe nero su bianco dal gup di Milano Roberto Crepaldi nelle motivazioni con cui, il primo dicembre scorso, ha assolto in abbreviato l’avvocata Alessia Pontenani, legale di Pifferi, tre ex psicologhe del carcere di San Vittore e lo psichiatra ed ex consulente della difesa Marco Garbarini. Il giudice ha inoltre prosciolto una quarta psicologa, rinviata a giudizio esclusivamente per una vicenda marginale legata a corsi di formazione, ritenuta estranea al cuore delle imputazioni.

Crepaldi ha mandato assolti tutti gli imputati dalle accuse di falso e favoreggiamento, stabilendo che l’intera strategia difensiva – compresi i contestati test sul quoziente intellettivo di Pifferi – non costituiva una manipolazione criminale, ma rientrava nell’esercizio di una funzione professionale. Una conclusione che smonta integralmente l’impianto accusatorio costruito dalla procura.

L’inchiesta, coordinata dal........

© Il Dubbio