«Oggi è successa una cosa che ritengo gravissima per la mia professione: avevo udienza penale a Venezia e avendo il parto previsto tra circa 3 settimane ho chiesto il rinvio per legittimo impedimento così come prescritto espressamente dal nostro cpp per le donne in gravidanza, il giudice (donna) non me lo ha concesso obbligando il collega che avevo delegato a discutere un processo di cui non conosceva gli atti e condannando gli imputati. Se un giudice non è più sottoposto neppure al codice dove finiremo? Una donna avvocato non ha neppure il diritto di evitarsi una gravosa trasferta alla 36 settimana di gravidanza?».
A denunciarlo sul proprio profilo Facebook è Federica Tartara, avvocato genovese di 40 anni, che su consiglio dei medici aveva deciso di appellarsi al legittimo impedimento per evitare una lunga trasferta - da Genova a Venezia - che non si sentiva in grado di affrontare fisicamente. Tartara ha dunque deciso di fare affidamento sulla norma recentemente modificata, che prevede il rinvio delle udienze per le professioniste in gravidanza a partire dai due mesi che precedono il parto e per i successivi tre mesi, informando il Tribunale tramite posta elettronica certificata, con tanto di certificati medici in allegato.
La giudice, però, ha deciso di non accogliere la richiesta e procedere con l’udienza, che si è conclusa con la condanna dei due imputati, assistiti da un collega che ha sostituito Tartara all’ultimo........