«Sconcerto». A 24 ore dall’incontro «irrituale» tra Giorgia Meloni e il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, è questo il clima che si respira a Palazzo Bachelet. Dove nessuno, al momento, sembra aver avuto risposte sul senso di un faccia a faccia convocato all’ultimo secondo - tanto da non prevedere nemmeno una “foto opportunity” -, proprio mentre a Bologna era appena terminata l’assemblea convocata dalla locale sezione dell’Anm per replicare agli attacchi di governo e stampa contro i giudici “colpevoli” di aver disapplicato il decreto Paesi sicuri. Un tempismo che non è sfuggito a nessuno, proprio nel giorno in cui le toghe sembravano essersi ricompattate, ricucendo il fronte progressista con quello conservatore, pur con qualche distinguo. E così, poche ore dopo, nel gioco dell’oca dello scontro tra governo e toghe tutto sembra essere tornato alla casella precedente, con i consiglieri di Magistratura indipendente ancora una volta contrari alle iniziative dei colleghi. Di fronte al silenzio di Pinelli circa le ragioni dell’incontro, infatti, la maggioranza dei togati ha inviato una breve e concisa richiesta al vicepresidente, con la quale dichiaravano di aver appreso dalla stampa della visita a Meloni. «L’incontro è avvenuto in un momento particolarmente delicato nei rapporti tra politica e magistratura - si legge nel documento -. Le chiediamo,........