Quelle linee guida dei pm ignorano la presunzione d’innocenza
In meno di cinque anni, la Procura di Tivoli ha pubblicato ben dodici linee guida dedicate al contrasto della violenza di genere. In un crescente climax repressivo, il più recente documento, incentrato sul delitto di maltrattamenti in famiglia, ha suscitato la preoccupata e ferma presa di posizione della locale Camera Penale nonché l’intervento dell’Osservatorio Doppio Binario di UCPI.
Il tema è tanto divisivo quanto delicato e impone una salda premessa che eviti ogni possibile fraintendimento. La violenza di genere rimane una drammatica questione culturale, sociale e criminologica del nostro Paese che deve essere affrontata soprattutto sul piano della prevenzione, ma il pericolo concreto, ben rappresentato dalla improvvida iniziativa della Procura di Tivoli, è che si trasformi nell’ennesima deriva demagogica e giustizialista dell’intero sistema penale.
I penalisti di Tivoli hanno ben chiare le conseguenze di un laboratorio giudiziario che partorisce soluzioni illiberali e che finisce per calpestare le più elementari garanzie processuali, a partire dalla presunzione d’innocenza. Proprio dalle loro osservazioni critiche, che si condividono integralmente, occorre prendere le mosse per alcune ulteriori considerazioni.
Le linee guida........
© Il Dubbio
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