«Le argomentazioni con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia europea l'autorizzazione a disapplicare l'ennesima legge italiana da molti è stata vista come un'argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale». La “tocca piano”, come si dice nel linguaggio colloquiale, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata in serata tv da Bruno Vespa.
Sull'onda del successo ottenuto in Liguria, che da molti osservatori è stato visto anche come un rifiuto dell'elettorato di farsi condizionare, nelle proprie scelte, dall'inchiesta che ha condotto alle dimissioni il governatore uscente Giovanni Toti, Meloni ha rivendicato sia l’accordo con l'Albania sui centri per il rimpatrio dei migranti che il Dl sui paesi sicuri, licenziato dall'esecutivo dopo la sentenza del tribunale di Roma che ha fatto rientrare in Italia alcuni cittadini egiziani e bengalesi destinati alle strutture allestite nel paese balcanico. Ma soprattutto, ha tenuto alto il tono della polemica contro i magistrati, riferendosi stavolta in particolar modo al tribunale di Bologna e alle motivazioni con cui ha rinviato il decreto paesi sicuri alla Corte di Giustizia Ue, da una cui sentenza era scaturito il primo........