Putin irride l’Ucraina “corrotta” ma il suo regime vive di tangenti

Nelle carte dell’inchiesta sulla corruzione in Ucraina, riguardante alcuni esponenti del governo, si fa spesso riferimento ad un personaggio soprannominato “Ali Babà”. Molto probabilmente si tratta di Andriy Yermak, potente capo di gabinetto di Zelensky fino a pochi giorni fa. L’agenzia di contrasto alla corruzione (Nabu) e la procura specializzata anticorruzione (Sapo), organismi che Zelensky ha tentato di smantellare qualche mese fa, hanno scoperto un vero e proprio sistema criminale. Al centro l’azienda statale per l’energia nucleare Enerhoatom.

Ex ministri, manager, imprenditori e colletti bianchi esigevano sui contratti di Enerhoatom mazzette che andavano dal 10% al 15% per un giro d’affari tra i 75 e i 100 milioni di euro. Somme da capogiro che circolavano in contanti, nelle custodie dei computer portatili e nelle più classiche valigette 24 ore. Le tangenti ucraine hanno offerto l’assist alla Russia per andare all’attacco, sottolineando il malaffare imperante a Kyiv nella cerchia di Volodymyr Zelensky, senza tralasciare le colpe dell’Europa. Quest’ultima con i finanziamenti all’Ucraina farebbe una doppia figura barbina: alimenterebbe la corruzione e fornirebbe risorse che prendono altre strade senza alcun........

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