Prima di gridare al “bavaglio” per ogni norma che lambisce l’informazione bisognerebbe tenere a mente una cosa: il diritto di cronaca non ha niente a che fare con il «gossip». A tracciare la linea è il Garante della privacy Pasquale Stanzione, che nell’ultima relazione annuale dell’Autorità ha lanciato un preciso monito sul trattamento dei dati giudiziari. La cui divulgazione può ledere, e non poco, la dignità della persona: soprattutto se privi di reale interesse pubblico.
«La sfida della democrazia è, infatti, proprio nel coniugare la “pietra angolare” del diritto di (e all’) informazione con la dignità personale (di cui la protezione dei dati è peculiare espressione): tanto più in un ordinamento, come il nostro, dalla vocazione intrinsecamente personalista», dice Stanzione. Che nell’ampio documento presentato mercoledì in Parlamento dedica un intero capitolo alla giustizia e all’uso delle intercettazioni fissando un limite invalicabile: la tutela delle garanzie e della persona.
Il ddl governativo di riforma della disciplina in materia di intercettazioni «rafforza sensibilmente, le garanzie di riservatezza dei terzi e, per altro verso, circoscrive l’ambito circolatorio dei contenuti........