Greco (Cnf): la riforma ci ha espulsi ma senza avvocati non c’è giustizia

È un’aporia, uno stridore insopportabile fra visione e realtà. A Napoli l’Unione nazionale Camere civili celebra il proprio congresso, e lo fa in una sede dalla bellezza assoluta, commovente: il complesso monumentale di Santa Maria la Nova. Apertura dei lavori ieri, chiusura ed elezione degli organi associativi previste per domattina. Ma oltre alla maestosità della cornice, fa impressione appunto la distanza fra due estremi.

Da una parte quell’opera, svolta dagli avvocati, di «composizione degli interessi» che, «dalla soluzione di una controversia», genera anche «rapporti sociali più equi», come ricorda il leader uscente dell’Uncc Antonio de Notaristefani. Dall’altra, il «grido di dolore», come lo definisce Francesco Greco, presidente del Cnf, per la «soppressione della nostra presenza fisica nei tribunali, provocata dalla riforma Cartabia, la peggiore che si sia mai vista».

Tanto vera e incrollabile è l’ambizione perfettamente evocata dal presidente dei civilisti, quanto è amara la verità di una giurisdizione schiacciata da altre, presunte urgenze. Ancora Greco: «Nei giorni scorsi siamo stati al ministero per il tavolo sull’intelligenza artificiale. Come Cnf abbiamo........

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