Mosca, Washington, Londra: l’attacco concentrico alla Corte penale internazionale

Il procuratore Karim Khan condannato a 15 anni da un tribunale russo per il mandato di arresto a Vladimir Putin, decine di magistrati della sua squadra sottoposti a sanzioni dell’amministrazione Trump per un analogo mandato nei confronti di Benjamin Netanyahu (per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant), Londra che da tempo minaccia di tagliare i fondi e uscire dallo Statuto di Roma sempre in difesa del premier israeliano: il quadro è flagrante.

La Corte penale internazionale è sotto attacco da potenze che spesso si fronteggiano, ma che trovano una convergenza paradossale quando la giustizia internazionale tocca i propri interessi strategici e quelli dei rispettivi alleati. In tal senso l’azione degli Stati Uniti si sta rivelando particolarmente brutale, gli effetti concreti delle sanzioni pesantissimi: conti bancari bloccati, carte di credito sospese, servizi digitali interrotti, viaggi delle famiglie impossibilitati.

Magistrati e funzionari accusati di aver indagato sui crimini dell’IDF nella Striscia di Gaza (ma anche su quelli degli agenti Cia in Afghanistan) si ritrovano nella lista........

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