Liquidato da molti opinionisti come una “norma- bavaglio”, il recente emendamento Costa alla legge di delegazione europea, approvato alla Camera e in attesa di approvazione al Senato, ha già fatto molto discutere.
La novità che si vorrebbe introdurre, cui fa da sfondo l’ormai noto “braccio di ferro” tra istanze di tutela del singolo (o di una cerchia di soggetti) e istanze di informazione dell’opinione pubblica, è quella che vieterebbe fino alla fine delle indagini preliminari la pubblicazione integrale o parziale da parte dei giornalisti dei testi (cioè delle motivazioni) delle ordinanze applicative di una misura cautelare – sino ad oggi consentita – che tuttavia contiene molto spesso anche i brani delle conversazioni intercettate, la cui pubblicazione, da Codice di rito, dovrebbe essere limitata ai soli “brani essenziali” (salvo poi dover accettare l’inevitabile unilateralità di tale scrutinio).
Tra le più autorevoli posizioni critiche, la segretaria della Federazione nazionale della stampa italiana, Alessandra Costante, nel commentare l’emendamento Costa, ha dichiarato di ritenerlo «un........