L’oralità è l’essenza del rito penale. Con questa affermazione chi scrive concludeva una riflessione pubblicata su queste pagine e relativa alla deriva cartolare per il contraddittorio in appello. La riforma Cartabia promuoveva – analogamente a quanto già previsto per il giudizio in Cassazione dal Dl 18 del 2020 (convertito nella legge 27 del 2020) e poi dal cosiddetto Dl Ristori 2 ( il n. 137 del 2020, convertito nella legge 176 dello stesso anno) – un contenimento del contraddittorio in appello mediante l’art. 23 del Dl 149/ 2020 (il cosiddetto “Ristori bis”) che, ai commi da 1 a 6, contemplava una serie di disposizioni per la trattazione dei giudizi penali di secondo grado, la “cartolarizzazione” del processo, appunto.
Se già allora erano state espresse perplessità sul binomio impugnazioni/cartolarità, l’approvazione da parte del governo, il 24 giugno scorso, del decreto Infrastrutture, riguardante anche la giustizia penale, lascia ancora più perplessi.
Facciamo chiarezza. Il decreto, per ciò che concerne il processo,........