Meloni senza coraggio (ma fa la standing ovation alla passata di pomodoro) |
L’anno appena trascorso segna uno spartiacque nella storia politica italiana. Non tanto per ciò che è accaduto, quanto per ciò che non è accaduto. Da un lato abbiamo uno dei governi più solidi e longevi dell’Unione Europea: nessun grande ribaltone, nessun terremoto istituzionale e nessuna crisi da prima pagina. Un governo che, nel bene e nel male, ha tenuto. Ha evitato disastri, non ha fatto saltare i conti, non ha lasciato macerie evidenti, e in un Paese dove la stabilità è un evento quasi folkloristico, questo va riconosciuto. A Giorgia Meloni va dato atto di non aver peggiorato una situazione già fragile, cosa che non era affatto scontata guardando ai predecessori.
Poi però c’è l’altro lato della medaglia. Quello meno celebrativo e più fastidioso. Perché mentre nei convegni, come da ultimo Atreju, si parla di rivoluzione e di egemonia culturale finalmente ritrovata, nella realtà dei fatti non si vede alcun cambio di passo: nessuna svolta e nessuna discontinuità. Quello a cui stiamo assistendo è un semplice, ordinato e rassicurante mantenimento del potere. Non c’è visione, bensì gestione, e se si scende nel dettaglio, il quadro si fa decisamente meno luccicante. L’export è in affanno, l’automotive europeo, con l’Italia inclusa, viene surclassato dalla Cina, e noi restiamo a guardare senza una strategia degna di questo nome. Sul tech siamo marginali, sull’intelligenza artificiale completamente subalterni a Stati Uniti e Cina. La difesa europea resta una chimera, i circuiti finanziari ci vedono ancora dipendenti dall’ombrello statunitense, e a livello europeo l’Italia conta poco, quando non nulla. I fondi del PNRR? In gran parte dispersi in interventi che difficilmente cambieranno il destino del Paese. Grandi riforme: assenti. Atti di coraggio: rimandati.
E tutto questo mentre il mondo non è semplicemente in crisi, ma in piena ridefinizione degli equilibri di potere globali. Un momento storico in cui bisognerebbe giocare la partita, non limitarsi a difendere lo zero a zero. Nel frattempo noi festeggiamo. La cucina italiana patrimonio dell’umanità. Applausi. Standing ovation per la passata di pomodoro. Con tutto il rispetto per la passata che resta un pilastro della nostra civiltà, fa sorridere che mentre Stati Uniti e Cina progettano il futuro tecnologico del pianeta, noi brindiamo al ragù. Il consenso è importante, certo. Piacere all’elettorato è necessario, ma il consenso non può sostituire il buon senso. Governare significa anche assumersi una responsabilità........