La sanità pubblica collassa: ma allora perché dire no ai 37 miliardi del Mes sanitario?

Quattordici fra i maggiori esperti della sanità hanno scritto un documento di denuncia del processo di definanziamento in corso nella sanità italiana mentre molte altre nazioni europee aumentano le spese sanitarie. A dir la verità questa denuncia è esatta, ma avviene con un ritardo di almeno 10 anni perché è da allora che è in corso l’operazione tagli, addirittura presentata a suo tempo come una bella operazione di sinistra contro lo storico clientelismo democristiano. Le cose stavano già allora in maniera opposta e le conseguenze si sono viste in occasione dell'esplosione del Covid.

Vediamo, però, che la sacrosanta denuncia fatta nel documento degli esperti sorvola su qualcosa di molto grave che è avvenuto nel recente passato: insieme alla deriva demagogica che ha portato a dire no all'adesione al Mes (una forma di assicurazione rispetto a pericolo di default globale) ce ne è stata un'altra ancora più ingiustificata che ha portato a rifiutare il Mes sanitario, che avrebbe comportato un contributo di 37 miliardi concentrati tutti sulla sanità. In nome del rifiuto del rischio che sull'operazione si affermasse il controllo della mitica triade, una maggioranza di fatto del tutto atipica (Fratelli d’Italia, Lega e M5S) ha impedito che non solo il Conte 2, ma anche il governo Draghi, malgrado la serietà su tanti temi, non aderisse a una operazione che avrebbe portato risorse di grande entità alla sanità italiana, che è nelle condizioni denunciate nel documento dai 14 esperti.

Già che ci siamo, però, vale la pena affrontare un’altra questione che è sul tappeto non solo in Italia ma anche a livello europeo. Auguriamoci che nel futuro non si ripropongano contagi tipo Covid perché c’è il rischio che, con l’aria che tira, nessuno si assumerà più la responsabilità di sporcarsi le mani........

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