In Sardegna ha vinto il centro sinistra. Ha vinto il cosiddetto “campo largo”, che ha visto più forze d’opposizione unite, dal Pd ad Alleanza Verdi Sinistra fino al M5S, che ha espresso la neo governatrice, Alessandra Todde, alla quale vanno le mie congratulazioni. In Sardegna ha inoltre vinto il forte richiamo ai valori democratici della nostra società, garanti della partecipazione e del diritto di manifestare, pacificamente, mentre, ad urne aperte, bruciavano ancora sulla pelle degli studenti e delle studentesse di Pisa, inermi, le manganellate della Polizia, seguite poi per fortuna dalle parole di preoccupazione del presidente Mattarella, come un balsamo su una ferita profonda che ha lasciato un’eco in tutto il Paese.
Ma quello che forse non è stato ancora detto, non abbastanza, è che in Sardegna ha vinto una donna, espressione non solo della pluralità di un’alleanza alternativa alla destra, ma di un genius loci, ben radicata sul territorio, nel cui volto un’intera comunità locale è riuscita a riconoscersi.
Una vittoria che è la cartina di tornasole del valore aggiunto che le donne possono portare in politica, un invito ulteriore, per il Pd e per tutte le forze politiche, a dare il giusto peso e riconoscimento al contributo, anche in termini di rappresentanza, che le donne possono portare dentro e fuori i partiti e le Istituzioni, come ho già avuto modo di condividere qui evidenziando il grande potenziale della Conferenza delle Donne Democratiche per creare una mappatura nazionale completa, Regione per Regione, dei vari incarichi istituzionali e politici, per sapere quante donne attualmente sono segretarie regionali del Pd e quante sono ai vertici........