Sylvie Goulard (International Advisory Panel on Biodiversity Credits): «I crediti di biodiversità devono avere un valore aggiunto per la natura, misurabile e trasparente»
Parigi — Centinaia di Paesi, Ong e organizzazioni internazionali discutono in questi giorni a Cali, in Colombia, su come fermare la distruzione della natura da parte delle attività umane nell’ambito della Cop16 sulla biodiversità, dopo gli impegni già presi a Montréal due anni fa. Sylvie Goulard, co-presidente dell’International Advisory Panel on Biodiversity Credits, racconta al Corriere lo stato dei lavori e le proposte avanzate dal suo panel di esperti.
Sylvie Goulard, co-presidente dell’International Advisory Panel on Biodiversity Credits
La Cop16 sulla biodiversità è entrata nella sua seconda settimana, quale atmosfera si respira a Cali?
«C’è la sensazione che la situazione è grave e non presa abbastanza sul serio. L’ultimo rapporto del Wwf per esempio indica che la quantità di vertebrati (uccelli, mammiferi, anfibi, pesi e rettili, ndr) nel mondo è diminuita del 73 per cento per cento negli ultimi 50 anni. Due anni fa è stato adottato il cosidetto Montréal-Kunming Global Biodiversity Framework, che è un po’ l’equivalente per la natura di quel che sono stati gli accordi di Parigi del 2015 sul clima. Sono stati presi degli impegni, tra i quali quello di aumentare i finanziamenti privati per la tutela della biodiversità».
È su questo che lavora il vostro International Advisory Panel on Biodiversity Credits?
«Sì, è un gruppo nato su iniziativa franco-britannica che raccoglie 30 personalità di tutto il mondo, tra i quali scienziati, membri di Ong e rappresentanti dei popoli autoctoni, e dell’economia. Abbiamo il compito di sostenere il ruolo dei privati,........
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