L'autrice del bestseller racconta la genesi del romanzo e l'emozione di vederlo tradotto in immagini da Cristina Comencini
Scrivere è dare forma allâimmaginario, una forma che si delinea attraverso sostantivi, congiunzioni, paratassi, ipotassi. Chi scrive è padrone assoluto della storia, può radunare moltitudini, congegnare scenari, descrivere facce, strade, case, ficcare il naso nella testa della gente, svelare epifanie, evocare miracoli. La scrittura è la stanza tutta per sé a cui nessuno ha accesso, ultimo rifugio per animali in fondo solitari.Â
Quando ho iniziato a lavorare a Il treno dei bambini non avrei mai pensato che le parole che andavo depositando sulla carta si sarebbero incarnate in persone, che avrebbero conquistato una forma diversa da quella che mi ostinavo a cercare picchiando sui tasti del computer, aggiungendo e sottraendo, in cerca dellâequilibrio giusto, riga per riga, usando la lima della lingua fino allo sfinimento. Ora che quella storia che ho tanto inseguito e amato diventa un film mi sembra di assistere alla metamorfosi di Pinocchio; come un Geppetto paziente vedo il burattino che si trasforma in un bambino.Â
Il mio Amerigo di carta ha sullo schermo gli........