La cultura del dottor «interim»

E alla fine non ne rimase nessuno, tranne Eike Schmidt. Si potrebbe parafrasare Agatha Christie per illustrare la situazione dei massimi musei napoletani. Ieri anche Mario Epifani ha salutato, con una lettera aperta alla città , Palazzo Reale che guidava da quattro anni. Si era pensato a un rinnovo all’ultimo momento ma non è arrivato. Il ministero della Cultura è rimasto in silenzio, inerte. E così la dimora che fu dei Borbone e che negli ultimi mesi ci aveva abituati a lunghe file di turisti in piazza del Plebiscito per varcare il suo ingresso, resta senza guida e segue il destino del Museo archeologico nazionale che dal novembre del 2023 è senza direttore. O del polo museale caprese che inaugurato dal ministro Sangiuliano un direttore non l’ha mai avuto. E non si sa che fine abbia fatto un altro «polo», quello del Vomero, con Floridiana, San Martino e Castel Sant’Elmo. Per non parlare della Soprintendenza Belle arti e Paesaggio che dal 2022 è seguita a distanza, a Roma, da Luigi La Rocca. Strano destino quello di Napoli, città ricca di tesori culturali che nel mezzo del massimo sforzo di progettazione e di rilancio resta sola. E proprio nel momento in cui l’esposizione mediatica e turistica è ai massimi livelli.Â

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