Le linee guida della Regione: tra gli scenari anche il rischio geochimico
Eruzione vulcanica, scosse da bradisismo e perfino pericolo geochimico; sono questi i tre scenari rispetto ai quali la Regione ha realizzato un piano sanitario per la gestione del rischio con lâobiettivo di essere pronti nel caso che la crisi dei Campi Flegrei si trasformi in una vera emergenza. Al momento, è bene ribadirlo, nessun segnale fa pensare a unâescalation, ma è anche vero che la sequenza di terremoti che hanno terrorizzato la popolazione la scorsa settimana (il più forte di magnitudo 4.4) ha creato più di un allarme e Palazzo Santa Lucia non ha alcuna intenzione di farsi trovare impreparato.
Il gruppo di lavoro regionale (coordinato dal direttore generale dellâAsl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva) ha prima di tutto rivisto il Piano di emergenza interno (compreso quello per un eventuale massiccio afflusso di pazienti) e, poi, ha redatto â con Giuseppe Galano (Referente Sanitario regionale per le maxiemergenze) il «Piano di riallocamento di pazienti e personale» e il «Piano di trasporto dei pazienti». Già , perché nel malaugurato caso di una risalita del magma, sarà necessario occuparsi prima di tutto di quanti sono ricoverati nelle strutture a rischio. Il dossier regionale ne ha censite 28 nellâarea della zona rossa tra Asl Napoli 1 Centro e Asl Napoli 2 Nord: 4 ospedali, 5 Rsa, 5 strutture residenziali intermedie e 14 cliniche per circa 1.550 posti letto.
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