Nell'udienza fissata per il 28 marzo il giovane dovrà testimoniare davanti ai giudici della prima Corte di Assise. L'avvocato: «Clima di intimidazione»
«Devi fare la stessa fine (di Pio), Valda regna», oppure «ti devo picchiare tutti il giorno», o «ancora un poâ, fratello, e toccherà anche a te». Minacce dal contenuto chiaro, esplicito. Minacce che provengono dalla camorra che, attraverso i social, ha iniziato a bersagliare uno dei testimoni del processo in corso a Napoli sullâomicidio di Francesco Pio Maimone, lâaspirante pizzaiolo 18enne assassinato senza motivo, la notte tra il 19 e il 20 marzo 2023, mentre era con alcuni amici sul lungomare di Napoli.Â
Ad essere minacciato è proprio uno di quegli amici che erano con lui nel momento della tragedia, quando Francesco Pio fu centrato, da innocente, da un proiettile esploso durante una lite tra due gruppi davanti agli chalet di Mergellina. Le minacce sono state scritte sotto alcuni dei numerosi post che il ragazzo ha pubblicato per celebrare la memoria dellâamico, in concomitanza con lâanniversario della sua morte. Un amico, ma anche un teste chiave che, nellâudienza fissata per il 28 marzo, dovrà deporre davanti ai giudici della prima corte di assise di Napoli nel processo che vede alla sbarra Francesco Pio Valda, il presunto killer.Â
Uno dei tanti commenti pubblicati sui social
Lo scorso 7 marzo, al termine della prima udienza, fu proprio il legale della famiglia Maimone, lâavvocato Sergio Pisani, a parlare di «clima di intimidazione». Pisani decise di rilasciare delle dichiarazioni dopo avere ascoltato in aula la testimonianza di uno dei titolari degli chalet, nei cui pressi avvenne lâomicidio, e dopo avere preso atto dellâassenza ingiustificata del titolare di un altro chalet. La circostanza spinse il giudice a decidere per lâaccompagnamento coatto del testimone che dovrebbe conferire giovedì prossimo. I racconti di quella notte furono inseriti anche nelle pagine dellâordinanza che ha colpito Valda. La descrizione degli amici che erano con Pio fu dettagliata: «Erano le 2:20 circa; ero con i miei amici e mangiavamo noccioline appoggiati sui tavoli posizioni vicini al pontile dietro Io chalet a Mergellina. Quando, allâimprovviso, ho sentito un colpo di pistola e poi ho visto un fuggi fuggi generale e nel contempo, ho visto Francesco Pio chiamare portando le mani al petto per poi accasciarsi a terra. Io mi sono girato e ho visto un ragazzo con corporatura grassa che calzava un cappellino baseball scuro, che ha alzato la mano destra e impugnando una pistola e ha iniziato a sparare dai tre ai cinque colpi in aria, nello stesso momento ho sentito gridare âè a salve, è a salveâ. Impaurito sono scappato in direzione della sbarra che racchiude il pontile». Ma quellâarma, per altro mai trovata, non era a salve. Quellâarma sparò e uccise il 18enne.Â
Non solo Francesco Pio Valda è finito in carcere per la vicenda, ma anche quelli che lo hanno aiutato a nascondersi, a trovare un alibi o ad avere appoggio. Tra questi anche i familiari più stretti, come la nonna e la sorella. Giuseppina Valda, 23 anni, è finita in manette alla fine di febbraio proprio a causa di alcuni post su TikTok. Era agli arresti domiciliari, ed ha violato il divieto di comunicazione pubblicando alcuni video nei quali cantava in playback una canzone che inneggiava alla mafia. Lo stesso giorno in cui avrebbe dovuto recarsi in tribunale per il processo che la vede imputata.
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25 marzo 2024
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Nell'udienza fissata per il 28 marzo il giovane dovrà testimoniare davanti ai giudici della prima Corte di Assise. L'avvocato: «Clima di intimidazione»
Ad essere minacciato è proprio uno di quegli amici che erano con lui nel momento della tragedia, quando Francesco Pio fu centrato, da innocente, da un proiettile esploso durante una lite tra due gruppi davanti agli chalet di Mergellina. Le minacce sono state scritte sotto........