Il patron: gli States hanno bisogno di rinnovare i loro sistemi energetici

Il Mezzogiorno sarà sempre più l’hub energetico per le rinnovabili, soprattutto solare ed eolico, nel corso del 2024. Ma non bisogna investire in reti e impianti per stoccarle, in quanto la loro produzione non garantisce l’indispensabile continuità ?
«Il tema dominante del nuovo anno continua a essere la transizione energetica, grande opportunità di crescita, in particolare — risponde Marco Zigon, patron della Getra, la più grande impresa del Mezzogiorno impegnata in campo energetico — dopo l’intesa raggiunta nell’ultima Cop sull’ambiente per l’azzeramento dei combustibili fossili a partire dal 2050. Data che sembra molto lontana ma per la quale occorre cominciare a lavorare da subito».
Per il Sud cosa comporterà ?
«L’Europa, che si è intestata la primogenitura di questa strategia, e l’Italia con essa, sono fortemente impegnate sul fronte della transizione energetica e dovranno continuare a investire nelle rinnovabili dov’è innegabile che il nostro Sud abbia un vantaggio competitivo. Nel breve periodo, quindi, dovremo impegnarci molto nella costruzione di impianti fotovoltaici ed eolici creando le necessarie strutture di accumulo e adeguando le reti di trasmissione per il più efficace utilizzo di queste fonti per loro natura discontinue. In prospettiva, soprattutto a livello globale, per cogliere gli obiettivi che ci siamo dati dovremo anche sviluppare le tecnologie per un nucleare di nuova generazione che ci consenta di sostituire pienamente i combustibili fossili».
Le rinnovabili potranno alimentare anche la mobilità elettrica?
«Anche se sta procedendo in tempi diversi rispetto a quelli previsti e auspicati, la transizione verso la mobilità elettrica è un altro fattore cruciale in questo scenario. È fondamentale, infatti, che l’energia di alimentazione dell’elettrico provenga da fonti rinnovabili, e non fossili, perché ci sia un reale beneficio in termini di emissioni».
L’idea di un meridione hub energetico, di cui l’attuale governo si sta facendo promotore, incrocia non solo l’Europa ma l’intera area euromediterranea, dove sono molti i Paesi impegnati nelle rinnovabili.
«È centrale l’obiettivo di utilizzare le potenzialità che offre la sponda Sud del nostro Mediterraneo in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili. Ci sarà naturalmente bisogno che si realizzino le condizioni geopolitiche che possano favorire gli investimenti in termini di impianti in loco e di interconnessione con i Paesi europei».
Ingegner Zigon, quale scenario si apre a suo parere per l’industria italiana, e segnatamente meridionale, nel 2024?
«L’industria è passata attraverso tre anni complessi per il Covid, la crisi energetica e l’inflazione con il conseguente aumento del costo del denaro. Per guardare a un futuro di sviluppo è necessario che gli elementi di criticità vadano ad attenuarsi e che ci sia una stabilizzazione dei mercati come condizione necessaria perché si possa riprendere la via degli investimenti».
Senza nuovi investimenti l’industria meridionale difficilmente potrà competere nella sempre più ardua competizione internazionale.
«L’alto costo del denaro di questi ultimi tempi non ha certo incentivato gli investimenti. Parliamo di debito buono, per usare un’espressione cara all’ex premier Draghi, cioè quel debito che crea sviluppo. Per quanto riguarda il sistema Paese è fondamentale che il Pnrr produca, come previsto, una crescita consistente sia in termini di Pil che di riforme strutturali. Condizioni necessarie perché l’Italia possa restituire nei tempi e nei modi previsti la parte a debito del finanziamento ricevuto dall’Europa per superare le sue debolezze strutturali e soprattutto il persistente divario tra Nord e Sud».
La Getra riprenderà a investire?
«Siamo attenti a valutare quando si determineranno le condizioni idonee per riprendere un più significativo percorso di investimenti. Nel breve periodo siamo impegnati in un percorso di reshoring richiamando all’interno del nostro processo produttivo una serie di attività che avevamo portato fuori, anche in mercati molto lontani. In questo modo, tra l’altro, stiamo recuperando livelli di tecnologia e competitività superiori a quelli assicurati dai nostri fornitori. Da tempo, inoltre, operiamo nell’ottica dell’economia circolare e proseguiremo lungo questa strada che consideriamo una via maestra».
In che direzione guarda con maggiore interesse per investire?
«Guardiamo con grande interesse al mondo occidentale e soprattutto al grande mercato delle Americhe a partire dagli Stati Uniti che hanno un grande bisogno di rinnovare i loro sistemi energetici per abbassare il livello di emissioni e mettersi nelle condizioni di rispettare gli obiettivi al 2050. Gli Stati Uniti, in particolare, non possiedono grandi aziende manifatturiere impegnate nello sviluppo delle tecnologie per la transizione energetica e questo ci fa intravedere buone possibilità di insediamento sul posto».
La sua azienda investirà nello stoccaggio di rinnovabili?
«Noi siamo presenti nella filiera dell’energia con i nostri trasformatori e i nostri sistemi di interconnessione delle reti. L’accumulo è una cosa diversa. In questo campo la nuova frontiera sarà certamente rappresentata dall’idrogeno inteso come vettore energetico. A questa tecnologia guardiamo con grande attenzione riservandoci di approfondire le possibili ipotesi di sviluppo».

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12 gennaio 2024

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QOSHE - Marco Zigon: «E adessoGetra guarda la mercato delle Americhe» - Emanuele Imperiali
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Marco Zigon: «E adessoGetra guarda la mercato delle Americhe»

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12.01.2024

Il patron: gli States hanno bisogno di rinnovare i loro sistemi energetici

Il Mezzogiorno sarà sempre più l’hub energetico per le rinnovabili, soprattutto solare ed eolico, nel corso del 2024. Ma non bisogna investire in reti e impianti per stoccarle, in quanto la loro produzione non garantisce l’indispensabile continuità ?
«Il tema dominante del nuovo anno continua a essere la transizione energetica, grande opportunità di crescita, in particolare — risponde Marco Zigon, patron della Getra, la più grande impresa del Mezzogiorno impegnata in campo energetico — dopo l’intesa raggiunta nell’ultima Cop sull’ambiente per l’azzeramento dei combustibili fossili a partire dal 2050. Data che sembra molto lontana ma per la quale occorre cominciare a lavorare da subito».
Per il Sud cosa comporterà ?
«L’Europa, che si è intestata la primogenitura di questa strategia, e l’Italia con essa, sono fortemente impegnate sul fronte della transizione energetica e dovranno continuare a investire nelle rinnovabili dov’è innegabile che il nostro Sud abbia un vantaggio competitivo. Nel breve periodo, quindi, dovremo impegnarci molto nella costruzione di impianti fotovoltaici ed eolici creando le necessarie strutture di accumulo e adeguando le reti di trasmissione per il più efficace utilizzo di queste fonti per loro natura discontinue. In prospettiva, soprattutto a livello globale, per cogliere gli obiettivi che ci siamo dati dovremo anche sviluppare le........

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