Il ministro: «Nel Mezzogiorno gran parte dei nostri prodotti di eccellenza. La Dieta Mediterranea è uno dei simboli del made in Italy»

Per anni, sbagliando, si è pensato che il Sud si sviluppasse solo attorno a un modello industriale.Â

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, dopo la protesta dei trattori si è finalmente capito che l’agricoltura ha un ruolo decisivo?
«L’agricoltura, asset fondamentale per l’economia del Sud, deve rimanere un presidio di eccellenza e di sostenibilità . Queste caratteristiche sono il tratto distintivo delle piccole realtà agricole che operano nel Mezzogiorno, articolate in aziende che nell’abilità dei lavoratori hanno il loro valore aggiunto nazionale. Nel Piano strategico della Pac, abbiamo rafforzato le azioni di supporto dei contesti locali, puntando sui giovani che fanno il loro ingresso nel mondo agricolo. L’obiettivo è salvaguardare le attività di agricoltori, allevatori, pescatori che sono la prima difesa delle nostre aree rurali. Non possiamo accettare la riduzione, fino ad oltre il 40%, di imprese primarie che portano allo spopolamento dei territori. Dobbiamo puntare su politiche di sviluppo economico e occupazionale per il Sud, attraverso la diversificazione del reddito agricolo in chiave multifunzionale e al ricambio generazionale, grazie a più formazione e maggiore qualificazione del lavoro. Favorendo l’accesso al credito e puntando sulla semplificazione, rafforzare la promozione delle nostre produzioni agroalimentari, assicurando alle realtà agricole maggiore solidità , nuovi mercati di sbocco e condizioni di reciprocità per prevenire massive importazioni da Paesi che producono a basso costo, non assicurando i nostri stessi elevati standard sanitari, qualitativi e lavorativi».

Come potenziare i distretti meridionali dell’agroindustria?
«Le produzioni del Mezzogiorno sono una componente imprescindibile del patrimonio agroalimentare. Di 890 Indicazioni Geografiche italiane, ben 359 Dop e Igp sono espressione del Sud. Qui sono già presenti alcuni distretti di grande rilievo nazionale, che però non sono riusciti ad organizzarsi in filiere per competere sui mercati globali. Stiamo intervenendo con le misure del Pnrr per sostenere gli investimenti di ammodernamento delle filiere e di miglioramento della logistica agroalimentare, con 2 miliardi stanziati, 1,2 per i contratti di filiera e 800 per la logistica. E grazie alla ricontrattazione del Piano, abbiamo ottenuto ulteriori 2,85 miliardi, 2 dei quali per una nuova misura dedicata ai contratti di filiera, gestita da Ismea. Parte dei finanziamenti va allo sviluppo dei Distretti del Cibo, realizzando partenariati pubblico-privati con un nuovo bando da 125 milioni, per dare nuovo slancio alla ricerca, formazione e scambio di conoscenze, promozione dei prodotti del territorio. Tra le iniziative in corso, con evidenti impatti sul meridione, la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, le campagne promozionali per pasta, olio, frutta a guscio, miele, l’Italian Space Food Project».

Cosa fa il ministero per bloccare fenomeni speculativi che si riverberano sui prezzi al consumo e sul carrello della spesa?
«Inflazione ed eventi climatici eccezionali ha messo a dura prova l’agroalimentare, incidendo notevolmente sui costi di produzione e sui prezzi al consumo. Tra le azioni strategiche per stabilizzare i mercati e proteggere produttori e consumatori, 100 milioni del Fondo sovranità alimentare per sostenere filiere importanti, 18 milioni per gli agrumeti colpiti da fitopatie e con parziale ristoro alle aziende agricole, anche quelle non assicurate, per i danni subiti dalla peronospora, e, dal 2024, uno specifico fondo triennale da 300 milioni per le emergenze in agricoltura, che si integrerà con le risorse per la gestione del rischio. Abbiamo destinano 8 miliardi di contributi all’agroalimentare, sostenendo l’acquisto di mezzi agricoli sicuri e innovativi e la realizzazione di impianti per la produzione di energia che contribuirà a ridurre la dipendenza da fonti esterne. I primi segnali che ci arrivano dal mondo produttivo sembrano incoraggianti con valori dell’inflazione fermi o per alcuni comparti in calo».

Non serve più automazione dei processi produttivi in agricoltura al Sud, dove ci sono forti ritardi?
«Dalla misura Parco Agrisolare alla logistica fino al potenziamento dell’efficienza irrigua, stiamo potenziando e diversificando il reddito agricolo, con risorse mirate e destinate a generare un vantaggio competitivo. E puntiamo all’innovazione, incoraggiando la meccanizzazione in favore delle imprese medio-piccole con contributi fino a 70mila euro e incentivato, con un Fondo, gli investimenti in attrezzature per l’agricoltura di precisione di più ampia portata, con agevolazioni fino a 500mila euro. Intendiamo rafforzare l’aggregazione lungo la filiera agroalimentare, perché una maggiore coesione è la strada maestra per assicurare al Sud catene produttive più strutturate».

Alla zootecnia meridionale servono incentivi per irrobustirsi.
«Il mondo dell’allevamento va difeso e valorizzato. Senza allevamento e agricoltura, la natura non migliora. La zootecnica italiana è fatta di tradizione, sacrifici, lavoro, passione, in costante evoluzione, sempre più sostenibile e attenta al benessere animale. Il governo ha votato contro il compromesso sulla direttiva emissioni industriali così come, grazie a noi, l’Europa ha fatto marcia indietro sul regolamento per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Abbiamo evitato la produzione di alimenti coltivati, fake food, vietando i cibi sintetici in Italia e diventando avanguardia a Bruxelles, dove molti Stati sono pronti a seguire il nostro esempio. Continueremo nella promozione del nostro modello zootecnico, basato su requisiti di sicurezza e qualità delle carni, continuando ad assicurare sostegno finanziario agli allevatori. 376 milioni annui vanno alla zootecnica, a cui si aggiungono altri 218 milioni dei pagamenti accoppiati».
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Come intende favorire lo sviluppo di alleanze tra produttori, industrie e consumatori, per favorire la Dieta mediterranea?
«I principi e la ricchezza della Dieta mediterranea rappresentano la massima espressione della cultura del saper vivere e del mangiare italiano. I prodotti simbolo del Made in Italy, come pasta, frutta e verdura e olio Evo sono connessi ai territori del Sud. L’obiettivo è garantire una corretta distribuzione del valore che riconosca il contributo del settore. L’alleanza con il mondo produttivo passa anche attraverso le informazioni in etichetta, che devono essere trasmesse ai nostri cittadini in maniera più chiara e completa possibile. In questa direzione vanno gli obblighi connessi all’indicazione dell’origine della materia prima per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari, prorogati anche per il 2024. A livello europeo abbiamo fortemente osteggiato la proposta sul Nustriscore, puntando invece sul Nutrinform, il sistema nazionale che consente di riportare informazioni dettagliate sull’alimento, così che ciascuno possa scegliere consapevolmente».Â

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4 marzo 2024 ( modifica il 4 marzo 2024 | 08:03)

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QOSHE - Lollobrigida: «L’agricoltura è fondamentale per il SudVa difesa e sostenuta» - Emanuele Imperiali
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Lollobrigida: «L’agricoltura è fondamentale per il SudVa difesa e sostenuta»

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04.03.2024

Il ministro: «Nel Mezzogiorno gran parte dei nostri prodotti di eccellenza. La Dieta Mediterranea è uno dei simboli del made in Italy»

Per anni, sbagliando, si è pensato che il Sud si sviluppasse solo attorno a un modello industriale.Â

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, dopo la protesta dei trattori si è finalmente capito che l’agricoltura ha un ruolo decisivo?
«L’agricoltura, asset fondamentale per l’economia del Sud, deve rimanere un presidio di eccellenza e di sostenibilità . Queste caratteristiche sono il tratto distintivo delle piccole realtà agricole che operano nel Mezzogiorno, articolate in aziende che nell’abilità dei lavoratori hanno il loro valore aggiunto nazionale. Nel Piano strategico della Pac, abbiamo rafforzato le azioni di supporto dei contesti locali, puntando sui giovani che fanno il loro ingresso nel mondo agricolo. L’obiettivo è salvaguardare le attività di agricoltori, allevatori, pescatori che sono la prima difesa delle nostre aree rurali. Non possiamo accettare la riduzione, fino ad oltre il 40%, di imprese primarie che portano allo spopolamento dei territori. Dobbiamo puntare su politiche di sviluppo economico e occupazionale per il Sud, attraverso la diversificazione del reddito agricolo in chiave multifunzionale e al ricambio generazionale, grazie a più formazione e maggiore qualificazione del lavoro. Favorendo l’accesso al credito e puntando sulla semplificazione, rafforzare la promozione delle nostre produzioni agroalimentari, assicurando alle realtà agricole maggiore solidità , nuovi mercati di sbocco e condizioni di reciprocità per prevenire massive importazioni da Paesi che producono a basso costo, non assicurando i nostri stessi elevati standard sanitari, qualitativi e lavorativi».

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