Il ministro su investimenti, Pnrr e risorse: «Non è uno slogan, ma la volontà politica di rendere centrale quest’area nel Mediterraneo»

Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, lei ha proposto di aumentare il numero dei rigassificatori e ha detto che intende ubicarne anche nel Mezzogiorno. Ha già deciso la localizzazione e che tempi avrà quest’operazione?
«La realizzazione dell’impianto nel porto di Gioia Tauro è stata autorizzata. Insieme al progetto di Porto Empedocle il ministero lo ha inserito nel Piano nazionale per l’energia e il clima. Li consideriamo opere rilevanti per la sicurezza energetica dell’Italia. Ora sarà compito dei proponenti effettuare le necessarie verifiche tecniche ed economiche per portare avanti i progetti. L’ok del Governo è pieno e determinato».

La premier Meloni ha lanciato in più di un’occasione lo slogan sul Sud hub energetico del Sistema Paese. Al di là degli slogan cosa vuol dire in concreto quest’affermazione, che affida alle Regioni meridionali un ruolo rilevante nel panorama euromediterraneo?
«Il Piano Mattei è quanto di più diverso da uno slogan possa esistere. È un’affermazione del ruolo politico dell’Italia al centro del Mediterraneo, ponte verso la Sponda Sud. È la costruzione del futuro del nostro Paese, snodo energetico tra gli Stati del Nordafrica e l’Europa. Oggi nelle tubature transita metano, e avere fornitori diversi dalla Russia ci ha salvato. Domani potranno trasportare l’idrogeno verde prodotto dalle rinnovabili nel Mezzogiorno o nei Paesi nostri dirimpettai mediterranei. Tutto ciò, però, ed è questa la cifra del Piano Mattei, in modo non predatorio ma equo, creando sviluppo e benessere per le popolazioni dei Paesi fornitori».

Le Regioni meridionali possono godere del vantaggio climatico offerto per lo sfruttamento di alcune energie rinnovabili, soprattutto il solare e l’eolico, e anche la geotermia, se si pensa all’area di Pozzuoli alle porte di Napoli. Ma per aumentare queste produzioni pulite è necessario investire in batterie in grado di trattenere i surplus e reimmetterli al momento del bisogno. Ci sono già imprese italiane disponibili a investire in questa direzione?
«Le batterie sono la chiave di volta della transizione energetica, l’elemento necessario per superare il problema di fondo delle rinnovabili, la produzione di energia legata alla disponibilità di sole e vento. Dalla loro evoluzione si deciderà anche il futuro della mobilità elettrica. L’Italia è presente non solo nel settore industriale con le eccellenze della manifattura, ma anche nella ricerca. Sia la dimensione industriale che quella scientifica sono sostenute nell’ambito di progetti europei».

Il gasdotto che porta il metano dall’Azerbaigian in Puglia, con un minimo impatto ambientale, sta fornendo molta energia al nostro Paese. È auspicabile un raddoppio nell’ambito della politica di diversificazione delle fonti avviata dopo l’errore del passato di concentrare quasi tutto il nostro fabbisogno dall’import russo.
«L’ espansione della capacità di Tap è un processo graduale che avviene per fasi. A seguito della prima fase vincolante del Market Test in corso, è previsto un aumento della capacità di 1,2 miliardi di metri cubi all’anno già da gennaio 2026. Ulteriori aumenti di capacità saranno legati all’esito della seconda fase del Market test e alle dinamiche del mercato. È importante notare che il gasdotto è stato progettato per poter consentire il doppio della capacità , da 10 a 20 miliardi di metri cubi. Il tutto, quindi, non richiederà la posa di nuove tubazioni, ma solo interventi nelle due attuali stazioni di compressione o, in caso di raddoppio, la realizzazione di due nuove stazioni sempre in Grecia e in Albania».

Il suo ministero ha stanziato recentemente quasi 120 milioni per 56 interventi di contrasto al dissesto idrogeologico in ben 11 regioni, tra cui al Sud Campania, Puglia, Molise, Basilicata e Sicilia. In che tempi potranno essere spesi, considerando che fenomeni di dissesto avvengono dappertutto ma nel Mezzogiorno, in particolare, hanno effetti drammatici, come è accaduto ad Ischia, a Sarno, in Sicilia, in alcune province pugliesi e nella stessa area metropolitana di Napoli?
«La fragilità del territorio italiano fa il paio con la sua bellezza. È impegno del ministero e mio personale far sì che gli interventi siano il più veloci e efficaci possibili. Porteremo avanti importanti interventi di risanamento e protezione, in una strategia organica delineata dal Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. In particolare, nel Sud metteremo in campo sistemi ad alta tecnologia per monitoraggio del territorio».

Ministro, c’è un problema di scarsità di risorse per mitigare i rischi idrogeologici?
«Non sono le risorse che mancano per mettere in sicurezza il territorio. In quasi tutti gli ultimi disastri climatici s’è scoperto il giorno dopo che c’erano progetti e finanziamenti fermi da anni. Dobbiamo imparare a spendere in fretta e bene, tenendo conto che la realtà degli eventi estremi, con precipitazioni di entità straordinaria in lassi di tempo brevissimi, pone nuovi problemi a tutto il sistema di gestione delle acque e dei fiumi. Che vanno affrontati sollecitamente ricostruendo alvei e aree di laminazione, mettendo in sicurezza gli argini, monitorando le zone franose».

Nelle grandi aree metropolitane del Sud la raccolta differenziata dei rifiuti procede ancora con troppi ritardi e omissioni. Cosa intende fare il ministero per dare una svolta a questa politica, nell’interesse dei cittadini utenti e del decoro delle città , oggi troppo spesso inondate dall’immondizia dilagante?

«Sulla differenziata nel complesso l’Italia è avanti: al 51,5%, non lontani da quel 55% che è l’obiettivo UE del 2025, mentre sugli imballaggi siamo ai vertici europei con il 78%. Ci sono comunque aree di ritardo nella gestione complessiva del ciclo dei rifiuti al Sud, dove esiste un problema di impiantistica. Basti pensare che della quarantina di termovalorizzatori attivi ce ne sono solo 6 nel Mezzogiorno e, ad esempio, nessuno in Sicilia. Una situazione, quella del Sud, che purtroppo è segnata ancora da conferimenti in discarica, il peggior uso sia in termini ambientali che economici che si può fare dei rifiuti».

Si possono usare le risorse del Pnrr a tale scopo?
«Per eliminare lo scandalo dei rifiuti in strada ci vogliono gli impianti, spesso osteggiati da comitati locali, e una organizzazione moderna: la stessa strategia che s’è dimostrata vincente con gli imballaggi. Nel Pnrr ci sono 2,1 miliardi per rafforzare le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento, colmando il divario tra il Nord e il Sud del Paese».

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11 dicembre 2023

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QOSHE - Gilberto Pichetto Fratin: «Vi spiego il piano Mattei del governo: il futuro del Sud» - Emanuele Imperiali
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Gilberto Pichetto Fratin: «Vi spiego il piano Mattei del governo: il futuro del Sud»

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11.12.2023

Il ministro su investimenti, Pnrr e risorse: «Non è uno slogan, ma la volontà politica di rendere centrale quest’area nel Mediterraneo»

Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, lei ha proposto di aumentare il numero dei rigassificatori e ha detto che intende ubicarne anche nel Mezzogiorno. Ha già deciso la localizzazione e che tempi avrà quest’operazione?
«La realizzazione dell’impianto nel porto di Gioia Tauro è stata autorizzata. Insieme al progetto di Porto Empedocle il ministero lo ha inserito nel Piano nazionale per l’energia e il clima. Li consideriamo opere rilevanti per la sicurezza energetica dell’Italia. Ora sarà compito dei proponenti effettuare le necessarie verifiche tecniche ed economiche per portare avanti i progetti. L’ok del Governo è pieno e determinato».

La premier Meloni ha lanciato in più di un’occasione lo slogan sul Sud hub energetico del Sistema Paese. Al di là degli slogan cosa vuol dire in concreto quest’affermazione, che affida alle Regioni meridionali un ruolo rilevante nel panorama euromediterraneo?
«Il Piano Mattei è quanto di più diverso da uno slogan possa esistere. È un’affermazione del ruolo politico dell’Italia al centro del Mediterraneo, ponte verso la Sponda Sud. È la costruzione del futuro del nostro Paese, snodo energetico tra gli Stati del Nordafrica e l’Europa. Oggi nelle tubature transita metano, e avere fornitori diversi dalla Russia ci ha salvato. Domani potranno trasportare l’idrogeno verde prodotto dalle rinnovabili nel Mezzogiorno o nei Paesi nostri dirimpettai mediterranei. Tutto ciò, però, ed è questa la cifra del Piano Mattei, in modo non predatorio ma equo, creando sviluppo e benessere per le popolazioni dei Paesi fornitori».

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