Protagonista dellâopera di Bellini, dal 12 marzo al Teatro San Carlo di Napoli con la direzione di Lorenzo Passerini e la regia di Justin Way: «Ad Aosta vivo da napoletana. Tra rugby e lirica ho scelto la seconda dopo un naso rotto»
«Da Giugliano in Campania la mia famiglia è stata letteralmente spedita ad Aosta, nel senso che mia madre ottenne un impiego a tempo indeterminato nelle Poste in quella città . Ma ero e resterò sempre napoletana, che non è una cittadinanza o un certificato anagrafico, è uno stato dellâanima. Milioni di emigranti, negli ultimi due secoli, sanno bene cosa voglia dire».
A parlare è il soprano Anna Pirozzi, protagonista del titolo in «Norma» di Bellini, dal 12 marzo al Teatro di San Carlo, con la direzione di Lorenzo Passerini, la regia di Justin Way, il tenore Freddie De Tommaso, nel ruolo di Pollione e Ekaterina Gubanova a dare voce ad Adalgisa.
«Ora sono al San Carlo impegnata in âNormaâ, ruolo che dopo il recente anno del centenario di Maria Callas, ha, se possibile, accresciuto lâamore per il più grande soprano di tutti i tempi â osserva Pirozzi â e a me è toccato il privilegio di aprire e di interpretare lâaltro ruolo simbolo della Divina, âMedeaâ di Cherubini, in occasione dellâ apertura delle celebrazioni mondiali dei cento anni dalla nascita del mitico soprano e poi nel giorno anniversario della morte ancora ad Atene sono stata chiamata per cantare sotto lâAcropoli».
à recentissimo il recital crossover di Jonas Kaufmann in canzoni da celebri film, tra grande musica leggera e pop e lirica, negli anni, i confini sono divenuti permeabili, almeno in una direzione: «Sì, ed è stato Caruso a credere in questo eclettismo, consegnando alla storia incisioni ineguagliabili di canzoni napoletane», fa notare il soprano. «Dalla lirica alla canzone è certo più frequente che in senso inverso, ma per me, da adolescente è accaduto il contrario, passando dalle canzoni di Mina al melodramma, accompagnata dalla palla ovale del rugby al quale mi sono dedicata fino alle soglie del professionismo».
Diciamo che lâinsegnante ha avuto naso nello scoprire e valorizzare le qualità del soprano napoletano: «Più di tutti, il naso lâho avuto e ce lâho rimesso io in uno scontro di gioco e, a quel punto, sono stata posta di fronte ad un bivio: rugby o lirica. La scelta credo mi abbia dato ragione, ma dal nobile sport ho imparato ad essere combattiva, persino dura, ma corretta e a tenere distinti avversari rivali da nemici. A proposito, la nazionale italiana di rugby ha pareggiato con la Francia. Meno male, il sovrintendente Lissner non me ne vorrà â¦Â».Â
«Un episodio torna alla mente di Pirozzi: «Adalgisa sarà il mezzosoprano russo Ekaterina Gubanova che proprio sul palco del San Carlo abbracciò il soprano ucraino Liudmyla Monastyrska. Napoli è città di pace».
Nellâopera sono tanti i personaggi femminili quasi tutti vittime dei maschi. «Personalmente, pur scontando un debutto un poâ tardivo, sono in pace con gli anni che sento alleati della mia crescita. Norma viene sostituita da Adalgisa, di lei assai più giovane, ma la sacerdotessa, dopo lo sconforto che parrebbe farle trascinare con lei i figli nel baratro, esprime sorellanza con una ragazza che è vittima anche lei di un maschio superficiale», osserva la cantante napoletana, che conclude. «Questi eroi romani non escono con troppo onore dalla tragedia che Bellini ha saputo tradurre in uno dei massimi capolavori del melodramma».
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10 marzo 2024
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Protagonista dellâopera di Bellini, dal 12 marzo al Teatro San Carlo di Napoli con la direzione di Lorenzo Passerini e la regia di Justin Way: «Ad Aosta vivo da napoletana. Tra rugby e lirica ho scelto la seconda dopo un naso rotto»