Israele La scelta di Netanyahu: guerra totale. Perché si affonda la speranza di tregua
Il ritratto di Haniyeh, ucciso a Teheran, in una manifestazione nella capitale iraniana - ANSA
Israele vuole la guerra, quindi. O, probabilmente, non la maggior parte della popolazione israeliana ma di certo il premier Bibi Netanyahu e il suo governo di nazionalisti estremisti e avventuristi. In due giorni, due attacchi dello stato ebraico sembrano aver spazzato via ogni speranza di una tregua per far finalmente tacere le armi dopo lunghi mesi di conflitto.
Se l’attacco contro Hezbollah, che ha portato all’uccisione a Beirut di Fuad Shukr, considerato il numero due del movimento, era una risposta attesa, dopo il massacro di dodici bambini drusi, colpiti da un razzo della milizia sciita, l’assassinio a Teheran del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, non ha giustificazioni di sorta.
Colpirlo nella capitale della Repubblica islamica d’Iran, ove si era recato per assistere alla presa di servizio del nuovo presidente, il moderato riformista Massoud Pezeshkian, è un atto di terrorismo internazionale. Inutile giocare con le parole, né serve a giustificazione ricordare l’ideologia criminale di Haniyeh.........
© Avvenire
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