Le criptovalute, il pallone e le scommesse: un business disastroso
Dopo il video in cui assicura che «la Juventus, la nostra storia, i nostri valori, non sono in vendita», John Elkann non può rimangiarsi la promessa. Le squadre di calcio non sono sventurate come i giornali: in genere perdono molti più soldi, ma si portano ancora dietro un gigantesco carico di passione ed emozioni profondissime di milioni di tifosi, per nulla disposti a scherzare sulle “cose serie”. Quindi Tether, uno dei giganti del favoloso mondo delle criptovalute, per adesso non potrà mettere le mani sulla squadra più scudettata d’Italia: dovrà accontentarsi del suo pacchetto di azioni, un significativo 11,5%. Al massimo potrà avvicinarsi al 30%. Ma anche se si portasse sopra il 29,9%, facendo scattare l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica sull’intera società, sbatterebbe ancora una volta contro il rifiuto di Exor, che dalla Juventus ha il 65,4% e non vuole farsi da parte. Il savonese quarantunenne e ultra-juventino Paolo Ardoino, ceo di Tether, dovrà farsene una ragione: se Elkann non mente, nemmeno i 181 miliardi di dollari dichiarati da Tether a garanzia delle sue stablecoin sarebbero sufficienti.Forse è un peccato, e non tanto per il miliardo di dollari di investimenti per il rilancio del club promessi da Tether (una cifra che........