Ansa
Quanto vogliamo che guadagni un tassista? Quanto riteniamo giusto che gli rimanga in tasca una volta pagati il carburante, la manutenzione, le rate di ammortamento dell’auto e della licenza? Mille euro? Duemila? Tremila? Inutile girarci tanto intorno: una risposta a questa domanda ce l’abbiamo già in testa. Magari è una risposta implicita, perché non abbiamo quantificato con precisione la cifra che ci sembrerebbe adeguata, ma è comunque in base a quel parametro che intuitivamente siamo più o meno disposti a tollerare l’ennesimo sciopero nazionale della categoria, che ora minaccia una protesta di due giorni a ridosso delle elezioni.
A protestare sono i tassisti ma sui media parliamo dello sciopero dei taxi: eppure non sono le automobili ad andare in piazza da sole (ancora non ne sono capaci). A protestare sono quelli che le guidano. Questa metonimia, questo istintivo scambio semantico tra l’oggetto e l’essere umano, un po’ già ci tradisce: perché a noi quello che serve, quello che ci interessa davvero, sono i taxi, non tanto i tassisti. Vogliamo auto che ci portino da un posto all’altro e possibilmente vorremmo farlo spendendo poco. Ci basta che chi è al volante sappia guidare e tenga la macchina pulita.
Considerati più mezzi di trasporto che persone, i tassisti non sono molto popolari. Non fanno nemmeno molto per migliorare la loro........