Chi attacca un altro Paese (come Putin o Hamas) cosa vuole ottenere? Indurre il nemico a entrare nella spirale perversa del conflitto. Spingendolo a giocare nel terreno che proprio l’attaccante ha scelto.
Chi resiste cosa deve fare? Difendersi anzitutto, e opporsi a chi ha infranto le regole della convivenza. Ma, al tempo stesso, rifiutare la logica della ritorsione, cercando piuttosto di cambiare nuovamente la logica dell’interazione e le regole del gioco. Il che significa cercare attivamente, testardamente, in modo diretto e indiretto, le vie che possono fermare il conflitto e riportare la pace.
Non è mai facile resistere. Né tantomeno trovare una soluzione ai conflitti che insanguinano il mondo. Tanto più quando l’interlocutore si macchia di gravi responsabilità. Eppure, è questa la strada da ricercare, se si parte dal presupposto che la guerra è sempre una follia. Se (ma solo se!) siamo d’accordo su questa affermazione, allora, i tentativi negoziali hanno sempre una ragione. E non vanno abbandonati, fino a quando esiste la più piccola possibilità di riuscita.
Ripetiamo ancora una volta ciò che si è detto e scritto tante volte in questi mesi:........